Morte a Oriente by Abir Mukherjee

Morte a Oriente by Abir Mukherjee

autore:Abir Mukherjee [Mukherjee, Abir]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788893903738
editore: SOCIETÀ EDITRICE MILANESE
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


29

La luce di una candela si rifletteva sull’acqua nera.

La stanza era gelida. Forse era quella che avevo superato uscendo dalla sala massaggi oppure era un’altra. Non ne avevo idea, ero disorientato.

Il tedesco diede un ordine in quello che sembrava yiddish e uno dei suoi complici mi afferrò per i capelli, tirandomi indietro la testa e spingendomi sul pavimento bagnato fino a una specie di abbeveratoio pieno d’acqua. Dietro di me Hermann si avvicinò a passi misurati. Non potevo vederlo, ma ne sentivo il fiato sul collo e l’odore aspro. Quando parlò, lo fece in tono calmo, ragionevole.

«Come ti chiami?»

Non vidi perché non dirglielo.

«Wyndham, agente Wyndham.» Recitai anche il numero di matricola, per maggiore chiarezza.

«Agente Wyndham, come sapevi che Vogel si trovava qui?»

Quella era un’informazione che non intendevo rivelare.

«Siete tutti in arresto» dissi.

Sospirò. «Per favore, agente. Non ripetere sempre la stessa cosa, e dimmi quello che voglio sapere.»

«Non ti dirò un bel niente.»

Seguì un silenzio, poi all’improvviso mi spinsero la testa nell’abbeveratoio. Il contatto con l’acqua gelida fu come una scossa elettrica nel cranio, e mi fece ansimare. Bocca e polmoni si riempirono d’acqua. Lottai, usando riserve di energia che non sapevo di avere, ma senza risultato. I due complici mi tenevano fermo con una morsa ferrea. Passò un’eternità. Dieci, venti, trenta secondi, e poi di nuovo un altro tempo lunghissimo. Mi bruciavano i polmoni. Altri dieci secondi, poi sarebbe finito tutto. Mentre stavo per svenire, mi tirarono su. Tossii, sforzandomi di respirare tra un colpo di tosse e l’altro. Da qualche parte fuori dal mio campo visivo sentivo la presenza di Israel Vogel.

Hermann parlò di nuovo. «Te lo chiedo un’altra volta. Come sapevi dove si trovava il nostro amico?»

«Intuizione fortunata.»

I complici non aspettarono istruzioni e mi spinsero di nuovo la testa sott’acqua. Stavolta, tuttavia, ero preparato. L’acqua gelida non fu uno shock. Inoltre avevo imparato che lottare era non solo inutile, ma controproducente. Risparmiai le forze e il fiato. Così riuscii a resistere più tempo. A me sembrò un intero minuto in più, ma probabilmente erano dieci secondi, poi i polmoni cominciarono a bruciarmi di nuovo. Stavo per svenire, ma di nuovo mi tirarono fuori e li ringraziai con un altro attacco di tosse.

Hermann mi venne di fronte. Mi strinse la mandibola con una mano, tirandomi il viso vicino al suo. «Te lo chiedo un’ultima volta. Come sapevi che Vogel era qui?»

Continuai a tossire e a sputare acqua.

«Meglio che tu me lo dica» continuò. «Non credo che sopporterai un’altra immersione.»

Probabilmente aveva ragione. Decisi che dovevo dirgli qualcosa. Magari avrei guadagnato solo qualche minuto, ma quando ti stanno per annegare ogni secondo di vita è prezioso.

«Va bene, te lo dirò. Ma di’ ai tuoi gorilla di lasciarmi andare.»

Latrò un ordine e i due allentarono la stretta.

«Parla.»

Le migliori menzogne sono quelle costruite intorno a un nucleo di verità. Meno inventi, più sarà facile che la tua menzogna superi l’esame.

«Abbiamo ricevuto una soffiata.»

Rivoli d’acqua mi colavano lungo il viso.

«Da chi?»

«Da un nostro informatore. Un ebreo.»

Il tedesco fece un passo indietro.

«Menti» disse, ma dalla sua faccia capii che non ne era sicuro.



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